La postura racconta storie su di noi.

Ogni momento della nostra vita, apprendiamo, elaboriamo informazioni e comunichiamo, anche durante le fasi di riposo (come il sonno, per esempio).

Il nostro corpo fisico è uno stupefacente strumento, attraverso il quale realizziamo tutte queste attività, con più o meno consapevolezza.

Nelle quotidiane relazioni con l'ambiente in cui siamo immersi e del quale facciamo attivamente parte, utilizziamo modalità, più o meno idonee, per relazionarci con esso: gli schemi che vengono via via adottati, si chiamano POSTURE.

Un sistema nervoso funzionale, riceve informazioni, le elabora e costruisce delle strategie di risposta, in un continuum fluido ed efficace. Attraverso le posture adottate, passeggiamo, studiamo, lavoriamo, frequentiamo persone, dormiamo, acquisendo e cedendo un ricchissimo e variegato quantitativo di informazioni.

Vivere sul pianeta Terra, ci impone di esistere in continua relazione con la legge della gravità: ciò determina strategie posturali atte a consentire, nel nostro caso, di essere in grado di deambulare, utilizzando due lunghi arti inferiori e due sole piccole basi di appoggio (i piedi). La scelta evoluzionistica di liberare gli arti superiori, al fine di poter utilizzare le mani per agire nello spazio in molteplici modalità (costruire, comunicare, mangiare etc.), ha ridotto enormemente la base d'appoggio, rendendo meno stabile la postura eretta.

Ma la scelta di adottare una postura piuttosto che un'altra, dipende anche da fattori molto più complessi ed articolati, che interagiscono sinergicamente con quelli fisici: emozioni, sentimenti, stati d'animo. 

La postura di una persona dipende dal suo sviluppo ontogenetico, ma affonda le sue radici anche nella storia della sua famiglia (Lowen 2007). In pratica, la postura dipende da fenomeni genetici ed epigenetici, ovvero come risposta automatica agli stimoli provenienti dall’ambiente che ci circonda, che favoriscono così uno schema corporeo responsabile di un adattamento posturale all’ambiente in cui si cresce, piuttosto di un altro.

Inoltre va evidenziato anche che un recente studio ha esaminato come la postura del corpo durante il movimento influisca sul livello soggettivo di energia. Il professor Erik Peper e il suo team hanno scoperto che modificare la postura del corpo, assumendo una posizione più eretta, permette di migliorare sia l’umore che il proprio livello di energia.

Il linguaggio del corpo, postura compresa, influenza il modo in cui gli altri ci vedono, ma anche il modo in cui noi vediamo noi stessi. La psicologa sociale Amy Cuddy, in un TED Talk, mostra come le “posture di forza“, ovvero assumere una postura di sicurezza, anche quando non ne abbiamo, possa influire sui livelli di testosterone e cortisolo nel cervello e anche sulle nostre possibilità di avere successo.



  daniela rossini