Bandha: che cosa è?
Bandha è una parola sanscrita che significa letteralmente trattenere, stringere, afferrare.
Fa riferimento all’azione fisica che serve per praticare queste importanti tecniche di yoga. Con il termine Bandha si intendono quindi delle contrazioni muscolari che hanno lo scopo di convogliare l’energia in un punto preciso del corpo per evitare che avvengano dispersioni.
Attraverso la pratica dei bandha si imparano ad utilizzare i muscoli profondi del corpo, muscoli di cui molto spesso non sappiamo l’esistenza e che non utilizziamo spontaneamente.
La pratica dei Bandha ci permette di aumentare la consapevolezza del nostro corpo e di riuscire ad utilizzare al meglio l’energia che è dentro di noi.
Prendere consapevolezza di questi muscoli, fare pratica nell'allenarli, oltre a migliorare lo stato di salute anche degli organi interni contenuti nella pelvi, contribuisce significativamente a migliorare la postura, raffinando equilibrio e stabilità. Questa zona del corpo agisce inoltre in sinergia con strutture analoghe, presenti strategicamente in altre zone del corpo (diaframma toracico, per esempio -uddiyana bandha)
Mula Bandha
Mula significa radice – o fondamenta – e si trova alla base della colonna vertebrale.
Questo bandha si esegue contraendo la muscolatura che si trova nel “pavimento pelvico”, ovvero nella zona compresa tra ano e genitali.
Per individuare il punto esatto di mula bandha: inspirare lentamente, contraendo la zona perineale (come se dovessi trattenere la pipì ); quindi espirare gradualmente e molto lentamente (fase durante la quale risulterà spontaneo rilassare lo stesso pavimento pelvico).
In questa zona è anche energeticamente collocato il primo chakra, che si chiama Muladhara (mula = radice e adhara=sostegno).
Benefici di Mula Bandha
Attraverso i movimenti di contrazione e dilatazione le pareti pelviche e addominali vengono rinforzate.
Praticare Mula Bandha è molto utile per:
Esecuzione
Mula bandha si può praticare anche in sospensione del respiro, sia dopo l’inspirazione, che dopo l’espirazione. In questo caso mantenere l’apnea fino a quando si avvertirà il bisogno di respirare nuovamente, senza sforzo.
daniela rossini